IL LIBRILARY : L’AMICA GENIALE
Scritto da redonion il 6 febbraio 2023
Benvenuti in una nuova puntata del Librilary, l’unica rubrica radiofonica che conta per consigliare e recensire quali sono i libri che vale la pena leggere, per il semplice motivo che mi hanno alterato in modo permanente la chimica celebrale. Mi presento, sono Ilary, l’autorità superiore ad RPZ – Radio Punto Zero in materia di libri da consigliare, leggere e recensire.
Siamo arrivati al nostro quinto appuntamento, e anche se l’altra volta sono uscita fuori dagli schemi e ho consigliato un libro singolo (anche se parte di una saga antologica), oggi torniamo alla normalità, perché sto per consigliarvi un’altra saga.
Questa, però, merita tutti gli elogi del mondo, perché credo davvero che sia uno dei regali più belli che il mondo della letteratura ci abbia regalato in questo secolo.
Sto parlando, ovviamente, della tetralogia dei Neapolitan Novels di Elena Ferrante, meglio conosciuti qui in Italia sotto il nome di “L’amica Geniale”. Per una volta, però, la traduzione dall’italiano all’inglese non mi è dispiaciuta affatto. In fondo, questi romanzi sono una vera e propria immersione nella storia di Napoli (e del resto d’Italia) nel corso di un periodo storico di cui vi viene restituito molto poco dai libri di storia. A questo, però, arriveremo dopo. Procediamo con ordine.
I libri che compongono questa tetralogia sono 4, per la precisione: L’amica geniale, Storia del nuovo cognome, Storia di chi fugge e chi resta, Storia della bambina perduta. Tutti sono narrati dal punto di vista di una delle due protagoniste, Elena Greco. Tutti sono abbastanza brevi (troppo brevi per i miei gusti, ma qui divago).
Sono esplosi di popolarità negli scorsi anni grazie a diversi fattori. Uno tra i tanti è la misteriosa scrittrice, Elena Ferrante. Nessuno sa chi sia. La scrittrice si nasconde dietro questo falso nome, pubblicando da anni sotto di esso. Sono state fatte le più svariate ipotesi sulla sua identità: è un’italiana emigrata all’estero? E’ ancora viva? E’ ancora qui in Italia? Si nasconde tra noi? (un po’ come gli assassini di Detective Conan, insomma).
Alcuni hanno addirittura ipotizzato che la Ferrante possa, in realtà, essere un uomo che pubblica sotto un nome femminile, ma io sono sicura che non sia così. E non perché mi fa comodo credere che sia una donna – potere alle donne e tutte quelle cose lì – ma per motivi ben precisi. Tanto per cominciare, il modo in cui scrive delle donne, dei pensieri delle donne e della loro psiche è troppo dettagliato per non venire da una donna. E qui mi fermo.
Andiamo, quindi, dandovi un po’ di incipit sulla tetralogia completa: La vicenda inizia quando Rino, figlio di Raffaella Cerullo, telefona a Elena Greco, che vive a Torino, per informarla della scomparsa della madre (una scomparsa totale), e chiederle una mano per ritrovarla. Elena, infastidita dalla telefonata, rifiuta; poi, però, si ritrova al suo computer e inizia a scrivere la storia della sua vita (e, di conseguenza, quella di Lila): la storia segue, appunto, queste due ragazze, Elena Greco e Raffaella Cerullo, dette Lenù e Lila, nel corso di tutta la loro vita (infanzia, adolescenza, gioventù, età adulta, vecchiaia). Soprattutto, segue il loro rapporto di amicizia, tra alti e bassi, nel corso della loro vita. Insieme a loro, poi, seguiamo anche le storie delle persone intorno a Lenù e Lila.
Ora, detta così, può sembrare una delle cose più noiose mai conosciute dall’uomo, ma vi posso assicurare che non è così. Passiamo, quindi, a darvi un po’ di motivi che rendono questa tetralogia degna di essere letta (e amata!!!) da chiunque.
Il primo motivo è alla base di qualsiasi libro che rientra nella rubrica Librilary. L’effetto che questa storia avrà su di voi. So che dico che tutti i libri che consiglio in questa rubrica mi hanno alterato la chimica celebrale, ma con questa tetralogia è proprio vero. Si dice che il cervello continua a svilupparsi fino al compimento del 25simo anno di età. Questa tetralogia l’ho letta prima del compimento dei 25 anni. Vi posso assicurare che ho sentito le chimiche del mio cervello che cambiavano, mentre leggevo, libro dopo libro questa magnifica storia. Se sono la persona che sono oggi lo devo a questi libri (forse al 100%).
Il secondo motivo per cui vale la pena leggere questi libri sono i personaggi. Più che in qualsiasi altro libro che leggerete nel corso della vostra vita, vi posso assicurare, che i personaggi che incontrerete in questi romanzi sono reali. A volte anche troppo. A iniziare dalle protagoniste, che sono così dolorosamente umane da parlarci e colpirci dritti al cuore. Ho letto di molte persone che non riescono a sopportare Elena Greco, perché si rivedono troppo in lei, la considerano troppo reale, troppo vicina a come sono loro. Io, invece, la amo proprio perché mi rivedo in lei per tantissime cose. Così come mi rivedo in Lila, per altre cose. Leggendo i libri mi sono sentita finalmente compresa per alcuni aspetti del mio carattere, della mia personalità e della mia esperienza – una cosa che non mi era successa mai prima con un libro (e uno dei motivi per cui mi sento spinta a pensare che Elena Ferrante sia una donna).
Bisogna, però, spezzare una lancia in favore di tutti gli altri personaggi: tutti i personaggi di sfondo della storia, che popolano le vicende delle vite intrecciate di Lila e Lenù sono dolorosamente reali; potrebbero benissimo essere persone che conoscete o che avete conosciuto (o che conoscerete in futuro). La Ferrante non ricorre agli archetipi dei personaggi più famosi al mondo; piuttosto, è come se rapisse (metaforicamente parlando) delle persone reali mentre passeggiano per strada, e le inserisse all’interno dei suoi romanzi, trasformandoli in inchiostro su pagina. Questa è la metafora giusta per farvi capire quanto i suoi personaggi sono reali. Ecco che all’improvviso sulla pagina vedete spuntare vostra madre, poi vostro padre, vostro fratello o vostra sorella, una vostra cara amica o un amico, la persona che amate e così via.
Il discorso sui personaggi, poi, deve necessariamente continuare con questa considerazione: nessun personaggio è buono al 100%, così come nessun personaggio è cattivo al 100%. Tutti i personaggi stanno in mezzo: hanno aspetti positivi e aspetti negativi; quando gli aspetti positivi sono molto meno rispetto a quelli negativi, comunque, la Ferrante trova comunque un modo per ricordarci che questi personaggi sono umani, non delle allegorie che vogliono insegnarci qualcosa.
Questa considerazione mi porta, quindi, a darvi il terzo motivo per cui vale la pena leggere questi libri: i rapporti tra i vari personaggi, e soprattutto, il rapporto che lega Lenù e Lila, le due protagoniste indiscusse della storia. La loro è un’amicizia, si, però è un’amicizia che a tratti diviene ossessiva, poi morbosa, poi tossica, poi scompare, poi rinasce più forte di prima, poi si frantuma di nuovo, e tutto avviene sempre nel modo più naturale e discorsivo possibile. Il lettore arriva a dubitare della realtà della loro amicizia, dimenticando che il loro rapporto vive nelle parole che Lila pronuncia a Lenù verso la fine del primo libro: “Tu sei la mia amica geniale, devi diventare la più brava di tutti, maschi e femmine”. Questa frase è, forse, l’intera chiave di lettura dei romanzi che compongono la tetralogia.
Arriviamo, quindi, a parlare del quarto motivo che rende questa tetralogia degna di essere letta: i romanzi veri e propri. La scrittura è ipnotica, molto poetica a tratti, e molto schietta in altri. Lunghe descrizioni descrittive o soggettive, si alternano a dialoghi dinamici e realissimi. Il lettore viene catturato all’interno di un mondo evocativo, che gli riesce a dipingere sia Napoli sia qualsiasi altra città venga descritta, così come le varie vicende che si susseguono. Più di qualsiasi altra cosa, poi, al centro del romanzo stanno le emozioni e i pensieri di Elena, narratrice dell’intera vicenda. Pensieri di una donna che si ritrova a vivere nel corso della seconda metà del secolo breve, con tutti i cambiamenti che ha portato.
La Ferrante ricorre a uno stratagemma narrativo che, personalmente, mi fa impazzire: capitoli brevi, che si interrompono a volte su colpi di scena e a volte no, che però rendono la lettura molto scorrevole. Arrivi a leggere un centinaio di pagine, e ti sembra di averne lette solo una decina, per quanto scorrono bene.
Insomma, in caso non si sia capito, l’intera tetralogia di Elena Ferrante mi ha completamente catturata, spingendomi ad aggiungere anche il resto dei suoi scritti alla mia lunghissima lista di libri da leggere (un giorno, magari, parleremo anche di quello).
Infine, prima di lasciarvi, voglio anche parlarvi della serie televisiva – l’ultima stagione la stanno girando proprio in questi giorni. Produzione che vede l’Italia e l’America unite (Rai e HBO) e che riesce a trasporre (anche se non in maniera del tutto perfetta) i capolavori della Ferrante. Questa è una delle poche volte in cui amo serie televisiva e libri allo stesso modo (un po’ come con il caso di Harry Quebert, di cui vi ho parlato la scorsa volta). Come sempre, però, vi consiglio di leggere tutti i libri prima di vedere la serie! Oppure, potete fare come me, e procedere in maniera alternata: un libro e poi la rispettiva stagione della serie tv, in modo da poterli mettere a confronto, avendo la storia bella fresca in mente.
Questi libri meritano tutti e quattro 5 stelle dalla sottoscritta – e secondo me le meritano anche oggettivamente.
Noi ci rivediamo molto presto, voi nel mentre continuate a leggere! Io tornerò con un altro libro da consigliare: ovviamente, solo di quelli che vi alterano la chimica celebrale!
Ilaria Canevara