La pausa pranzo

Scritto da il 19 settembre 2017

Chi mi conosce sa che in radio mi occupo del commerciale, ossia io sono quella Signorina che chiama in azienda e chiede del titolare o del responsabile marketing. Insomma quella che con modo garbato cerca di farvi conoscere la nostra emittente, provando a renderla partner del migliore piano pubblicitario per i vari brand.
Da circa 2 anni però, ho cominciato a sentire una vibrazione ogni volta che mi approcciavo ad un mixer. Quei pulsantini, adesso super colorati, mi chiamavano.
Percepivo l’energia.
Così ho risposto alla chiamata, e di tanto in tanto, quando non sono presa dal parlare al telefono con i clienti con il mio fare logorroico, mi diletto in questa impresa.
Questa settimana sono stata la “regista” di diversi speaker e tra una pausa e un’altra, abbiamo potuto scambiarci idee, abbiamo aperto dibattiti, banchettato allegramente e condiviso a più non posso.
E ogni speaker, aveva un’energia diversa, un suono diverso, un programma studiato, diverso.
E ad ogni errore una risata, ad ogni ospite una consapevolezza in più, ad ogni sorriso una gioia condivisa.
Cosi ho preso un foglio di carta durante la pausa pranzo, e ho cominciato a scrivere parole. Perché avrei voluto spiegare con la voce questa bella sensazione.
Ma dato che l’emozione era troppa e le parole non uscivano, mi è venuta in mente Lisa e una frase: “Google è tuo amico!”
Smanetta qua e là, cerca, trova, studia e bam eccolo lì!
Un video provino di un bravissimo speaker, conduttore in una nota emittente.
Mi sono messa al microfono e ho provato ad interpretarla, ma poi mi son detta che a prescindere dalla mia voce o da quella dello speaker, era il contenuto ciò che valeva la pena ascoltare.
E oggi ho deciso che voglio condividerla con tutti voi.
Sia a parole, che linkandovi il video.
Perché il nostro lavoro è tutto qui.
Perché lui mi ha tolto le parole di bocca.

Bravo!

Grazie a Lorenzo Dardano per avermi ispirata.

“La radio è quella cosa che ti accompagna senza invaderti.
Che c’è quando ne hai bisogno, ma che è pronta a farsi da parte se hai da fare.
C’è la mattina, quando ti alzi prima di uscire, in macchina, al lavoro, per strada, in palestra, al supermercato.
Mentre parli e mentre stai zitto, mentre ridi e mentre piangi, mentre gioisci e mentre sei arrabbiato, mentre stai fermo e mentre corri.
Ci basta un attimo ad accenderla e se non ti piace quello che stai ascoltando, o se magari non si sente tanto bene, basta un click. Facile, rapido e veloce.
Tanto qualcosa che ti piace c’è e ci sarà sempre, in qualche stazione che trasmette una voce, un ricordo, o un’emozione.
La radio è scelta, la radio è immaginazione.
La radio è l’attesa di qualcosa di nuovo, ma anche la certezza di trovare qualcosa che ti piace, che ti cattura l’attenzione, che ti fa muovere le mani e i piedi, e che ti fa ciondolare la testa.
La radio è quell’emozione che non finisce mai.”


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